Vedrete navi sommerse, nuoterete in relitti che giacciono silenziosi sul fondo del mare, conoscerete un mondo misterioso in cui solo pochi fortunati possono entrare di persona: è l’universo degli abissi. Cesare Balzi e Massimiliano Canossa, cacciatori di relitti, vi faranno conoscere le prede che hanno localizzato dal Baltico all’Adriatico, venerdì 20 aprile, alle 20, alla Giudecca, nella sala conferenze dell’incubatore d’impresa, fondamenta San Giacomo 212/a – Venezia. Nella serata, organizzata dalla Rari Nantes Sommozzatori, saranno mostrate immagini del relitto della “Graf Zeppelin”, l’unica portaerei del Terzo Reich, mai entrata in servizio perché autoaffondata dai tedeschi nel Baltico per impedire che cadesse in mani russe. Vedrete il relitto dell’”Audace”, il cacciatorpediniere italiano che ha sbarcato i primi bersaglieri a Trieste, il 3 novembre 1918, localizzato al largo dell’isola di Pago, in Dalmazia, nel 2009; o ancora il cargo tedesco “Kapitan Diederichsen” affondato nel 1944 nelle acque dell’isola di Premuda, il cui relitto giace a non molta distanza da quello della corazzata austroungarica “Santo Stefano”. Nella baia di Valona, in Albania, sono state localizzate la corazzata italiana “Regina Margherita”, affondata nel 1916 con 674 marinai a bordo, o la nave ospedale “Po”, silurata nel 1941 (gli italiani usavano le navi ospedale per trasportare benzina di nascosto e gli inglesi lo sapevano) a bordo della quale si trovava Edda Ciano, la figlia di Mussolini.
Una di queste localizzazioni è nata proprio a Venezia, nella libreria venezianissima Mare di Carta, quando Cesare Balzi, da 15 anni istruttore sub, da 10 esploratore, lavorava nell’Arsenale. Il libro “Una storia nel cuore” raccontava del naufragio della motonave “Paganini”, un trasporto truppe affondato nel 1940. Balzi si è fatto procurare le carte nautiche dell’Albania da Cristina Giussani, la titolare della libreria, che ha provveduto ad aggiornarle con i più recenti rilevamenti. Studiando i fondali, Balzi ha ipotizzato le zone dove il relitto potesse trovarsi e ha annunciato che sarebbe andato in Albania a localizzarlo. In effetti così è stato: la caccia dell’esploratore ha dato buon esito. I relitti delle navi affondate in guerra spesso sono autentici cimiteri sottomarini e localizzarli significa anche poter finalmente onorare le vittime sepolte per sempre sul fondo del mare.
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